I nuovi rituali domestici e le nuove abitudini guidano la ricerca verso modi sempre più sofisticati di gestire le fonti luminose. Parole chiave: automazione, personalizzazione e comfort, inteso come sintesi di qualità estetica e benessere. «La ricerca – conferma Carlotta de Bevilacqua, presidente e ceo del gruppo Artemide – oggi ci consente di usare la ‘giusta lunghezza d’onda’ della luce, misurando secondo parametri scientifici come può nutrire il nostro benessere psicofisico. Grazie all’interazione diretta, al dialogo con sensori e con le app è possibile modellare la luce secondo le proprie esigenze, in un dialogo sostenibile con l’ambiente circostante».
Intensità, temperatura, addirittura colore della luce diventano variabili da modulare in prima persona, entrano a far parte della gestione avanzata del panorama domestico: un ordine all’assistente vocale o un comando con il cellulare e lo scenario cambia. «Negli spazi che oggi abitiamo – constata Davide Ceppi della direzione marketing di BTicino – si stanno diffondendo comandi per luci, termostati e videocitofoni che, attraverso gli smartphone, sono in grado di dialogare con speaker e app. Ciò da un lato permette di gestire le principali funzioni dell’impianto elettrico della casa anche da remoto e, dall’altro, di risparmiare tempo ed energia. La semplice installazione di dispositivi connessi (prese, deviatori e gateway) consente di rendere smart ogni impianto tradizionale, offrendo così i vantaggi di una casa intelligente».
Interruttori e centraline giocano un ruolo fondamentale, sono l’interfaccia con l’utente al quale sempre più spesso si presentano in una veste ipercurata, in linea con lo stile degli ambienti. «L’attenzione al dettaglio – è convinto Enrico Corelli, ceo di PLH – rende speciali i progetti, a partire dalle singole placche. Prima si cercava di renderle invisibili, non ci si preoccupava degli aspetti estetici ed ergonomici. Oggi sono diventate un elemento caratterizzante, personalizzabili a tutto tondo, dai materiali alle dimensioni, oltre naturalmente alle funzioni».
Importanti novità anche per gli spazi dove tradizionalmente gli impianti di illuminazione viaggiano di pari passo con il progetto architettonico, come uffici, hospitality, musei o comunque grandi ambienti pubblici. «Per molto tempo – ricorda Francesco Funari, head of product marketing di Flos – l’illuminazione architetturale è stata considerata come pura tecnica, dando vita a prodotti in cui la performance finiva per prevalere sull’estetica dell’oggetto. Le nuove tecnologie disponibili e la ricerca continua in campo ottico consentono di miniaturizzare oggetti che garantiscono un comfort visivo elevatissimo, a fronte di consumi progressivamente ridotti. Così è possibile spingersi oltre la totale integrazione nel costruito ed esplorare nuovi linguaggi». Per una nuova estetica del comfort.
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